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giovedì 12 ottobre 2017

Chi Ben Comincia #27 - Verso la base, di Kate Stewart

Buondì sweetylettori,
nuovo appuntamento con la rubrica CHI BEN COMINCIA, con le prime righe di Verso la base, di Kate Stewart, primo capitolo della saga Balls in Play, edito Triskell Edizioni.




Titolo: Verso la base
Titolo originale: Anything but minor
Serie: Balls in Play #1
Autore: Kate Stewart
Traduttore: Cristina Fontana
Data di pubblicazione: 28 settembre 2017
Genere: Contemporaneo
Pagine: 245
Prezzo: 4,99 € (ebook)


Alice Boyd si è trasferita a Charleston per diventare un’istruttrice di volo, pensando di trovarsi a vivere un’esperienza alla Top Gun, ma scoprirà molto presto che la realtà è ben diversa. 
Nonostante tutto, è determinata a fare di ogni giorno il migliore della sua vita, soprattutto dopo essere finalmente riuscita a sottrarsi al controllo della madre, un po’ troppo opprimente.
Vuole sperimentare tutto ciò che la nuova città ha da offrire, inclusa la squadra di baseball e il suo lanciatore di punta, Rafe Hembrey.
Rafe non è pronto per i sentimenti che Alice risveglia in lui. È ancora in attesa della convocazione nella Major League, e quella in corso dovrebbe essere la sua stagione decisiva. Eppure scopre che c’è qualcos’altro nella sua vita che può renderlo felice…


PROLOGO
Fiori d’acciaio
Alice
«Signore e signori, siamo a dieci minuti da Charleston. Situazione metereologica attuale: soleggiato e diciassette gradi. Speriamo abbiate fatto buon viaggio. Vi preghiamo di tenere le cinture allacciate mentre ci prepariamo all’atterraggio. Vi ringraziamo per aver scelto di volare con noi.»
Qualche secondo dopo, un ordine attutito alla Darth Vader fu gridato più velocemente.
«Assistenti di volo, prepararsi all’atterraggio.»
Libertà.
Quello fu l’unico pensiero che mi passò per la testa dopo l’inaspettato, triste e mortificante addio di mia madre all’aeroporto, in Ohio.
«Ricordati della tua virtù. È la cosa più sacra che una donna possiede,» mi aveva detto lanciando un’occhiataccia di disgusto all’uomo in fila dietro di me.
«Mamma, non iniziare con questa storia,» l’avevo ammonita, mentre lei, dopo aver riportato lo sguardo su di me, mi guardava con le lacrime agli occhi. Non avevo mai avuto il coraggio di dirglielo. A ventiquattro anni non ero più vergine da un po’. Mi aveva cresciuta dicendomi di aspettare il matrimonio. Io, invece, avevo permesso a Brian Callahan di sollevarmi la gonna. Una mossa di cui mi ero pentita, ma ero stata troppo curiosa.




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